Il nuovo Giro dei Tre Mari è ormai alle porte. La macchina organizzativa è in moto, i registi (non finiremo mai di ringraziarli) sono alle prese con gli ultimi dettagli della pianificazione. Tutto scorrerà liscio come l’olio, perché grazie a loro il “Giro” – ne è consapevole chiunque abbia preso parte almeno a un’edizione – è un orologio svizzero. Sì, un congegno complesso come quelli di una volta, prima dell’elettronica e del digitale, in cui ogni pezzo può funzionare solo se anche gli altri si muovono in sincronia.
Succederà anche quest’anno, ne siamo certi, perché il “Giro” entra nel sangue, va in circolo meglio del combustibile che alimenta i motori delle nostre Vespe, benzina miscelata con la passione e l’entusiasmo dei volontari che mettono a disposizione tempo e fatica perché tutto vada per il meglio. La filosofia del “Giro” è il viaggio slow, non la corsa a chi arriva primo. Significa abbeverarsi di paesaggio e odori del territorio, di luci e colori, di verde e di quell’asfalto precario che caratterizza le strade secondarie del percorso, dell’amicizia dei compagni di squadra, delle chiacchiere, dei panini e del caffè durante le soste per il rifornimento. Tutto questo si riproporrà tra qualche settimana, e allora lasciamoci trasportare dalle parole dello scrittore e filosofo americano Robert Maynard Pirsig, che nel 1974 raccontò il suo viaggio dal Minnesota alla California nel romanzo “Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta”: “Se fai le vacanze in motocicletta, le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c'è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente. È incredibile quel cemento che sibila a dieci centimetri dal tuo piede, lo stesso su cui cammini, ed è proprio lì, così sfuocato eppure così vicino che col piede puoi toccarlo quando vuoi – un'esperienza che non si allontana mai dalla coscienza immediata”. Buon Giro dei Tre Mari a tutti! Pino Bruno…..giornalista, blogger e Vespista www.pinobruno.it
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